domenica 28 agosto 2011

Traversata carnica 2011

17 agosto mercoledì
reggio emilia - tassenback (auto)
ore 4:30

arrivo e prima notte in campeggio.

18 agosto giovedì
(tabacco 010 - 017)
kartitch-filmoor hutte (11km - 1489 mt in salita e 435 in discesa)
si lascia l'auto a kartitch.
Il sentiero 466 si imbocca seguendo le indicazioni della zona sportiva, sulla destra appena dopo l'ufficio informazioni.

Per i primi xx km si percorre una strada sterrata, inizialmente facile e poco in pendenza. Quando il bosco si fa più rado compaiono i primi gradini che ci accompagnano per un lungo tratto. La strada diventa sentiero, i gradini continuano.
Si passa accanto a una cascata e dopo un paio d'ore di cammino si arriva alla prinz-heinrich kapelle. Una parte pianeggiante e verde ci fa tirare un po' fiato.
fontana con acqua (?)

Il sentiero 466 prosegue abbastanza ripido e in circa un'ora si raggiunge l'Obstansersee hutte.

Sosta veloce per un panino e una crepe con marmellata calda

Seguiamo ora il sentiero 403 che non costeggia il lago e si dirige verso est.

I segni bianco-rossi non sono molto evidenti e anche la segnaletica è scarsa.

Prendiamo il sentiero 160 che rimane alto e più a sud e percorre per un lungo tratto esattamente il confine.

Dopo la cima vansuro attraversiamo un tratto su roccia che mi fa pensare di aver perso la traccia da tanto mi sembra impossibile che corrisponda alla dicitura "sentiero con segnavia" della nostra cartina. alla fine riconquistiamo un sentiero migliore e incrociare un gruppo di ragazzi italiani provenienti dal filmoor ci dà sicurezza.

Ai piedi del monte cavallino il sentiero taglia un lungo ghiaione fino alla forcella del cavallino 2453mt.

Qui lasciamo il sentiero 160 per riprendere il 403 e scendere a quota 2350 del filmoor Hutte

Il rifugio è piccolo e molto accogliente. senza menate con gli orari. in tutto saremo un po' di più di venti e si mangia a rate perchè i tavoli sono 2, ma ci stringiamo e nessuno deve aspettare in piedi. la cucina è a vista. ai fornelli c'è un signore simpatico con un gilè in pelle e al lavoro anche 3/4 ragazzi. la cucina è ottima e varia. dopo il freddo preso mi gusta una zuppa di verdura e patate con rosmarino. le patate così non le ho mai mangiate: con la buccia e tagliate in quattro per il lungo.

siamo provati dal lungo percorso e alle 8 siamo già sui materassi a dormire.

non c'è la doccia, solo un bagno uomini e uno donne con un minuscolo lavandino ciascuno, dal quale sgorga acqua ghiacciata. le bibite sono in fresco nella fontana fuori dal rifugio.

il "lager" è in un edificio a parte. lungo il muro un dormitorio a castello e per terra altri 6 materassi su cui dormiamo.

durante la notte mi alzo per andare in bagno e esco un attimo a godermi il silenzio, la luce della luna e un cielo stellato da paura!!

anche la colazione è abbondante.

19 agosto venerdì
14,4km per 1000mt in salita (faticosissima) e 1340 in discesa.
filmoor hutte - casetta di legno (tabacco 017 - 01)
partiamo verso le 10. sentiero 403 fino al porze hutte (1942). perdiamo rapidamente quota e ci troviamo in una bellissima vallata verde. passiamo vicino al Oberer Stuckensee e in lontananza vediamo anche l'unter Stuckensee. dal filmoor al porze ci sono circa 6,8km con un ascesa di 309 mt e una discesa di 670. lo raggiungiamo in circa 3 ore e un po', incontrando una biscia marrone (forse una femmina della famiglia delle vipere).

Pranziamo con zuppa e kaisersshmarrs. E' troppo tardi per intraprendere il sentiero 172 di cresta che passa per la croda negra e tre escursionisti di brunico (che erano con noi al filmoore la notte precedente) ci dicono che il tempo dalla parte italiana non è un granchè. decidiamo quindi di prendere la strada sterrata che dal rifuge porze scende a valle e poi proseguire sul sentiero 459 prima e 403 dopo per raggiungere il bivacco mitterkarhutte (1973). Uno dei tre ragazzi di brunico ci dice che ci sono circa 8 km e io sono fiduciosa di arrivarci.

finchè siamo stati sulla strada forestale tutto bene, poi abbiamo capito subito che anche qui la segnaletica era scarsa e pressochè inesistente. Inoltre troviamo il sentiero devastato dal passaggio delle mucche e ci risulta spesso difficoltosa la salita per la forte pendenza fino alla base del monte spitzkofele che lasciamo alla nostra sinistra. proprio in corrispondenza di questo passo dovrebbe esserci un quadrivia, però il palo con le indicazioni è coricato per terra. Il sentiero inizia ora a scendere, e alcune nuvole ci convincono che il bivacco è oltre la nostra portata per oggi. vediamo in lontananza una casetta di legno e decidiamo di fermarci qui per la notte temporalesca. siamo sul sentiero 20 (sulla nostra cartina indicato però come 403; forse questa casetta è quella che sulla cartina si chiama Karalpe)

il temporale si allontana definitivamente verso le 11. Aggiungiamo altri 7,6km con 698mt di ascesa e 670 di discesa. (Il bivacco è ben più lontano di 8km dal porze hutte!)
in totale la tappa di oggi è di 14,4km per 1000mt in salita (faticosissima) e 1340 in discesa.


20 agosto sabato
totale 16km salita 1000 discesa 849

(tabacco 01 - sentieri "Dolomiti Live" nell'area Comelico Sappada, Alta Pusteria e Osttirol 1:75000)
casetta di legno (sent. 20) - bachhausl /auto fino a kartitch/auto fino a xxxxxx - salita al wolayersee hutte al tramonto
scendiamo per il 460 percorrendo la rollertal fin quasi al paese di bachhausl. 6,1km quasi tutti in discesa (ascesa 21m discesa 649m).

ci sediamo per togliere un po' di peso dalle spalle sulla prima panchina che vediamo da quando siamo partiti. anche qui le indicazioni sulle direzioni da prendere sono molto scarse. due turisti italiani (che forano una gomma alle nostre spalle) ci danno un passaggio fino a kartitch.

recuperata l'auto decidiamo di concludere il nostro trekking ricominciando ora dalla fine. arriviamo in auto a xxxx e seguiamo le indicazioni per wolayer see. percorriamo almeno 5km di sterrato prima di arrivare verso le 18:00 alla sbarra da cui bisogna proseguire a piedi.
prendiamo il sentiero 437 per circa 10km con un'ascesa di quasi 1000mt in salita e 200 in discesa.
arriviamo al rifugio, il sentiero largo quanto una strada carraia sulla destra ci sono delle montagne chiare e di sola roccia. E' il tramonto e la luce è splendida. La stanchezza e l'orario ci limita le foto. ad un certo punto si arriva in una spianata erbosa fantastica, sembra di essere al centro di un fiore i cui petali sono le montagne.

arriviamo al rifugio wolayer alle 20:58. orario proibitivo in montagna (soprattutto in austria) per mangiare. rimediamo una zuppa di gulash e un mezzo litro da bere

rifugio con doccia. ne approfittiamo. 2 euro per 2 minuti di acqua calda. gustosissima.

camera da 12 (due letti a castello tripli) in cui dormiamo in 5. anche qui è il gestore ad assegnare i posti letto all'interno della camera (in stile obstansersee hutte).

21 agosto domenica
(tabacco 01 oppure 09) 8,2km ascesa 497m discesa 505m
wolayersee hutte - rifugio lambertenghi

sentiero geo trek 4,6km +322 -317
bellissimo sentiero, panoramico e con qualche passaggio difficoltoso su roccia soprattutto a scendere se si effettua in senso orario dal rifugio.
quando si inizia a scendere si apre una distesa verde con numerose marmotte

arrivati al passo vista splendida sui due versanti e grande lingua di neve nella conca verso il lago.

pranzo al rifugio austriaco con "merenda carinziana", wurstel e cotoletta al forno con mozzarella pomodoro e patate

giro attorno al lago e cena e pernotto al rifugio lambertenghi

sul versante italiano sembra tutto più spoglio e brutto. sarà la teleferica, sarà l'edificio bianco e desolato, sarà la trincea appena sopra, ma dà proprio l'idea che la guerra sia finita da pochissimo.
rifugio con mini eolico, panelli e generatore

doccia calda solo alla sera!

cena friulana con polenta e frico

22 agosto lunedì
1000m discesa 200m salita
rifugio lambertenghi - reggio emilia

colazione al rifugio wolayersee (che dista 10 minuti a piedi) con sacher, panna e tazzona di caffè
discesa fino all'auto e rientro con shopping

prima tappa st maria luggau al supermercato per pranzo e scorta di radler e tè/tisane
loaker
cartoleria per librino sui fiori
panetteria sillian
panetteria sesto

ultimo relax su un prato vicino alla seggiovia di moso

cena dalla martina

partenza da sesto verso le 9:30 e arrivo a reggio emilia verso l'1:30


venerdì 17 giugno 2011

monte Sagro - alpi apuane

http://www.escursioniapuane.com/itinerari.aspx


(MS-Carrara) PIAZZALE BELVEDERE-FOCE DELLA FAGGIOLA–MONTE SAGRO (1749m)–FOCE DEL FANELETTO-PIAZZALE BELVEDERE

Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio presso l’Albergo privato Belvedere al quale si accede, in pochi minuti, dal piazzale dell’Uccelliera deviando a sinistra.
Nei pressi è possibile approvvigionarsi di acqua ad una fonte all’inizio della salita per i prati di Campocecina, questa fonte, sormontata da una statua della Madonna, è la Fontana di Acquasparta.
La salita, chiusa da una sbarra per impedire l’accesso alle auto, è inizialmente uno sterrato con fondo in pietre che entra nel bosco di faggi.
Si incontra subito, sulla destra, una casa ben tenuta (1280m) detta della Bella Pisana che su una delle pareti porta una lapide in ricordo della guerra partigiana.
Il sentiero è il numero 173.
In pochi minuti (3’) siamo alla prima deviazione, sulla sinistra, per il Rifugio Carrara, che è vicinissimo. Ancora pochi passi (5’) e siamo alla seconda deviazione per il rifugio, mentre sulla destra scende il sentiero 182 per Fontana Antica ed il Piazzale dell’Uccelliera, e che poi continua in basso per Piastra, presso Torano.
Continuiamo per lo stradello e arriviamo ai prati di Campocecina (m.1345-10’) estesa conca erbosa alle pendici del monte Borla, sulla destra lo Zucco del Latte (m.1356) ed il bosco, alla sinistra la zona dei Pozzi.
Seguiamo in salita il sentiero che in pochi minuti porta nel bosco, dopo alcuni ruderi. Qua si gode subito di una vista splendida sul Pizzo d’Uccello e la cresta Nattapiana.
Adesso il sentiero costeggia il Borla, mantenendosi nel bosco di faggi e a 21’ troviamo sulla destra tracce di sentiero non segnato che portano, in pochi minuti, alla cima del monte stesso.
Continuiamo e a 29’ cambiamo versante del monte, adesso il fondo è più roccioso ed il panorama si apre sulle cave del monte Sagro.
Nel bosco fioriture di epatiche, mentre sulla roccia un’esplosione rosa di Erica Carnea e saltuariamente primule orecchia d’orso.
Ancora pochi minuti ed il sentiero percorre le pendici marmoree del Borla senza più vegetazione di alto fusto (le pendici de questo monte sono ricche di sassifraghe e rari endemismi tra cui la Centaurea del Monte Borla).
A 37’ arriviamo ad una cisterna d’acqua con indicazione dei vari sentieri e subito sotto la via di cava, siamo infatti a Foce di Pianza (m.1279).
A sinistra in basso scendono il 39 ed il 174, il 39 proveniente dalle cave della Conca di Torano è diretto a Vinca, mentre il 174, che si stacca da esso più in basso, presso le cave Walton, è diretto ai Pozzi ed al Cardeto.
Davanti a noi le indicazioni 172-173 che seguiamo. Il sentiero 172 per Foce della Faggiola è diretto a Foce Luccica, mentre il 173 per la Foce del Faneletto percorre il catino del Sagro per arrivare a Foce di Vinca e Capanna Garnerone.
Da entrambi i sentieri si staccano facili vie di ascensione al monte Sagro, segnate di blu.
Il nostro intento è di percorrere l’anello dei due sentieri.
Subito dopo l’imbocco della strada notiamo delle trincee scavate nella roccia ed altre ne troveremo più in alto, sono segni della guerra partigiana che si svolse sulle Apuane dove il fronte si fermò per molto tempo.
Raggiungiamo rapidamente l’ampia cresta marmorea tra le cave del Sagro a sinistra e la strada di cava a destra in basso che entra in un tunnel per la zona del monte Maggiore.
Il panorama, sulla destra, spazia sui bacini marmiferi ed arriva fino al mare.
A 58’ siamo al bivio 172-173, a sinistra scende il 173, mentre il 172, che è quello che seguiremo ora, continua in avanti salendo rapidamente ed aggirando quota 1341, fino ad un vicino intaglio dal quale si ammira la piramide del Sagro ed in basso si nota l’ingresso del tunnel di cui ho parlato.
Si sale per alcuni metri e poi si costeggia il crinale della Faggiola, che costituisce confine amministrativo tra i comuni di Carrara e Fivizzano.
Il sentiero è sempre su terreno carsico e su marmo con rari alberi, a 1h 23’ arriviamo ad un pianoro panoramico sulle cave e sul mare ed in pochi minuti aggiriamo, lasciandola sulla destra, quota 1456, sulla quale è ben evidente un cippo confinario.
Da qui per tracce di sentiero si può salire al monte Maggiore (1396m).
Adesso il panorama si apre sulle sottostanti cave di Colonnata, si scorge il paese e più in alto c’è il Vergheto ed il relativo crinale per le Casette, in secondo piano abbiamo le Apuane meridionali fino alle Panie.
Seguiamo ancora il crinale, fiancheggiando il boschetto della Faggiola e l’ingresso di una grotta e a 1h 23’ siamo a Foce della Faggiola (m.1464) alla base dello Spallone.
Il sentiero segnato continua per Foce Luccica in basso a destra.
Di fronte abbiamo lo Spallone (1650m) che si può salire per tracce di sentiero e continuandole si arriva in vetta al Sagro, rappresentando questa una via alternativa di ascesa.
Noi continuiamo a sinistra seguendo un facile sentiero segnato di blu ed inciso, inizialmente, nel terreno tra l’erba ancora gialla.
In dieci minuti (1h 41’) siamo ad un ripiano, dove in estate non è difficile trovare tende di ragazzi, da qua si stacca a sinistra una traccia di sentiero per i Capannelli del Sagro, ruderi di vecchie abitazioni di pastori, continuando il quale si arriva alla Foce del Faneletto.
Noi continuiamo per il sentiero costeggiando il monte sul versante a mare prima nel sentiero scavato nel terra e poi sulla roccia, sempre molto agevole, sulla sinistra vediamo il monte Borla e scorci della Lunigiana.
A 2h 08’ arriviamo al bivio con il sentiero blu che scende al Faneletto ed iniziamo dieci minuti di ripida salita per arrivare alla cresta terminale; ammiriamo una gran quantità di crochi, anche bianchi.
A 2h 16’ siamo quindi sulla cresta dalla quale il panorama si apre a mozzafiato sulla valle di Vinca, in basso appare il paese con il suo nodo di sentieri.
In alto c’è il Pizzo d’Uccello, imponente di fronte a noi, con la sua cresta ed i monti vicini: cresta Garnerone, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura ed in secondo piano Pisanino.
A 2h 21’ siamo sulla vetta (m.1749) dove il panorama si apre anche sullo Spallone e le Apuane meridionali e sul mare.
Qua è una croce, due statue della Madonna decapitate da vandali ed un piedistallo con una rosa dei venti con indicazione della direzione delle cime e delle isole donata dal Lions Club nel 2001.
Rimaniamo sulla vetta 20’ per rifocillarci e poi scendiamo.
In dieci minuti siamo al bivio tra i sentieri blu, scendiamo adesso a destra per la cresta nord-ovest. Il sentiero è ben segnato di blu sulla roccia con un gran numero di ometti che indicano la direzione, di fronte abbiamo la cava del Sagro alla quale ci avviciniamo progressivamente.
Durante la discesa ammiriamo belle fioriture di Primula orecchia d’orso tra le rocce, oltre alle prime sassifraghe in fiore tra cui una bellissima Saxifraga Latina.
A 52’ siamo alla Foce del Faneletto (m.1426) che si trova tra due rari pini, da qui il sentiero segnato bianco rosso 173 va a destra per il Catino del Sagro verso Vinca, noi seguiamo lo stesso sentiero verso il basso.
In prossimità della Foce si staccano tracce di sentiero per i Capannelli e poco in alto abbiamo una fonte con una vasca, presumo usata in passato dai pastori.
Si scende in modo più tranquillo, un tratto del sentiero è tra l’erba e poi di nuovo sul marmo proprio a fianco della cava.
A 1h siamo al punto più basso in un canalone da cui risaliamo per aggirare quota 1341 sulla destra ed arriviamo di nuovo al bivio 172-173 completando così il piccolo anello (1h 07’).
In dieci minuti siamo a Pianza (1h 16’), poi al bivio per il Borla (1h 46’) ed in 5’ a Campocecina, continuiamo per il Rifugio Carrara (m.1320), dove arriviamo in 2h precise dall'inizio della discesa e, di lì a poco, di nuovo al Piazzale Belvedere.
Prima del Rifugio c’è la Chiesetta dedicata alla Madonna delle Apuane. Salita 2h 20’, discesa 2h.







Loc. di partenza:



PIAZZALE BELVEDERE (m.1300)







Loc. di arrivo: PIAZZALE BELVEDERE (m.1300)















Dislivello mt.: 449






Tempo totale: 4h 50'






Difficoltà: E






Punti d'appoggio: Rifugio Carrara – Ristorante Belvedere






Rifornimento acqua: Acquasparta – Rifugio Carrara






Tratti di ferrata: No






Sequenza sentieri: 173 – 172/173 – 172 – blu non numerato - 1



(MS-Carrara) FOCE DI PIANZA–FOCE DELLA FAGGIOLA–MONTE SPALLONE-MONTE SAGRO (1749m)-FOCE DEL FANELETTO–FOCE DI PIANZA (Anello dello Spallone e del Sagro)

mercoledì 16 marzo 2011

rifugio grassi - Rif Tavecchia - Valsassina (LECCO)

Trekking invernale al Rifugio Grassi

La stagione invernale e' tradizionalmente avversa alle camminate in montagna e alle "imprese" in quota, per lo meno da parte di chi, come noi, non e' certo un provetto alpinista. Ciononostante e' possibile comunque fare una bella camminata, scegliendo un percorso magari lungo, ma mai difficile, come nel caso del trekking invernale al rifugio Grassi, posto a circa 2000 metri alle pendici del Pizzo dei Tre Signori, nelle prealpi lecchesi. Questo rifugio ha il pregio di essere aperto, nei fine settimana, anche d' inverno, ed e' quindi possibile pernottare e spezzare in due la camminata.

Il percorso parte da Introbio (circa 600 metri) , in Valsassina, raggiungibile da Niguarda in poco piu' di un' ora di macchina, passando da Lecco e risalendo la strada di fondo valle fino a poco oltre il Colle di Balisio. Lasciando la macchina in paese, vicino alla caserma dei Carabinieri, si passa il ruscello di fianco al parcheggio e si seguono le indicazioni per la Val Biandino. Dal paese una ripida mulattiera porta verso la Val Biandino, seguire le indicazioni per il sentiero n° 40, durante l'inverno infatti conviene evitare altri sentieri più ripidi che potrebbero creare pericoli per la presenza di ghiaccio. seguire la strada sterrata. Poi il percorso si svolge per un lungo tratto su di una strada sterrata piuttosto agevole, anche se purtroppo non e' improbabile che passi qualche Jeep.*

La salita, sempre lungo la strada sterrata, segue il solco della valle, e' lunga ma comoda, anche se in certi punti e' un po' in ombra; quando siamo andati noi la neve iniziava ad essere consistente sopra i 1200, ma ovviamente questo dipende dalle condizioni particolari del momento; sopra i 1400-1500 metri e' comunque probabile, visto il periodo, che ce ne sia almeno un po'.


Dopo circa 2 ore e mezza di cammino si raggiunge la Bocca di Biandino, a circa 1500 metri di quota, dove noi ci siamo fermati per mangiare qualcosa e riposarci le ossa; da qui infatti parte il tratto piu' impegnativo del percorso. Si abbandona la strada (che prosegue in direzione del non distante rifugio "Madonna delle Nevi") attraversando un ponticello, si passa poi a sinistra delle capanne adiacenti al rifugio Tavecchia e si segue una traccia di sentiero che sale direttamente nel bosco, su un pendio lungo il lato destro della valle, che nel primo tratto e' un po' ripido; dopo circa centocinquanta metri di dislivello, appena fuori dal bosco, si incontra un' altra costruzione (Rif. Pio X), dopodiche' il pendio si fa piu' dolce.


quando siamo andati noi lo spessore della neve, gia' a 1500 metri, era di poco inferiore al metro, ed era necessario percorrere il profondo solco tracciato dai gestori del rifugio solo qualche ora prima, in assenza del quale sarebbero molto utili delle racchette da neve. Giunti alla sella si e' ormai in vista del rifugio, che e' appena qualche decina di metri piu' sotto.

L' ambientazione generale, soprattutto al tramonto e se avete la fortuna di trovare bel tempo, e' veramente suggestiva, e il panorama delle montagne circostanti ricoperte di neve ripaga ampiamente dello sforzo fatto.


Il tempo di percorrenza dipende molto dalle condizioni di allenamento, ma se c'e' parecchia neve mettete in conto per l' ultimo tratto almeno un paio d' ore buone; comunque noi alla fine ci siamo arrivati tutti, anche se divisi in piu' tronconi.



Una volta giunti al rifugio la fatica viene premiata con un po' di riposo e con un'abbondante cena, dove polenta&funghi non mancano quasi mai; il menu' non sara' da ristorante di lusso, ma il rapporto qualita' / quantita' / prezzo e' decisamente buono (tenete presente che per cena-pernottamento e prima colazione la spesa complessiva non supera i 25-30 euro)°. Per il pernottamento il rifugio offre il classico stanzone, con brande a 3 livelli e rigorosamente senza riscaldamento, quindi un buon sacco a pelo e' consigliabile, anche se di coperte ce ne sono in abbondanza. Il ritorno, che noi abbiamo fatto in condizioni di bel tempo e' piuttosto agevole, e nel giro di 3-4 ore si raggiunge Introbio.

il resoconto ed i prezzi sono di prima del 2005. Nel 2006 la famiglia Buzzoni che gestiva egregiamente il rifugio Grassi si è spostata nel sottostante rifugio Tavecchia (già incontrato durante la salita) mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo anche se vista la facilità d'accesso nel week-end diventa indispensabile prenotare !!!

www.rifugiotavecchia.it Rifugio Dino Tavecchia - Gestore Fam. Buzzoni Val Biandino - Introbio (Lecco) - Valsassina Tel. 0341 980 766 cell. 340 501 2449


* Se il trekking non avviene in inverno è possibile percorrere delle varianti su sentiero in modo da superare ampi tratti di carrabile. Il primo tratto di sentiero inizia dopo la prima sbarra (dove c'è anche il cippo commemorativo della Brigata Rosselli), dopo il ponte sul torrente Troggia parte a destra un sentiero che in una decina di minuti vi riporta sulla strada. Da lì si giunge in poco tempo alla fontana S.Carlo (1.000m circa).

100m dopo la fontana parte sulla sinistra della strada il sentiero che vi porterà fino la Bocca di Biandino.





Da INTROBIO, Valsassina (LC) D'inverno conviene salire da Introbio, lungo la forestale della Val Biandino e poi seguendo la traccia battuta. Da Bobbio il passaggio è più difficile, inoltre, in caso di nevicate abbondanti, è necessario evitare i pendii e seguire le creste, per possibile pericolo valanghe. Salendo da Introbio sulla traccia battuta in genere non è necessaria alcuna attrezzatura. In condizioni particolari (nevicate recenti) possono essere utili le ciaspole o i ramponi (in caso di gelo intenso). Le condizioni di pericolo slavine sono rare, e riguardano esclusivamente la strada fino a Biandino e la conca di Biandino stessa. Pertanto è consigliabile, in caso di nevicate abbondanti e a bassa quota, percorrere il sentiero anzichè la sterrata dal secondo ponte alla Bocca di Biandino: il sentiero è segnalato in corrispondenza del secondo ponte (100 m prima del ponte) e dell'Agriturismo La Baita. Sulla traccia che sale dalla Bocca di Biandino alla Grassi, a patto di restare sulla traccia battuta, non vi è pericolo, in quanto le pendenze moderate non consentono il distacco di valanghe nemmeno nel caso di nevicate eccezionali. Per prudenza è comunque utile informarsi presso noi rifugisti per conoscere la situazione aggiornata e prendere le precauzioni del caso.
348 8522784 Anna - 340 6904538 Peter

lunedì 28 febbraio 2011

Rifugio Damiano Chiesa - Monte Altissimo 19 febbraio 2011

Bellissima giornata di sole. Partenza da S. Giacomo (m 1196), albergo ore 13:40. Per il sentiero 622, arrivo rifugio (2060 mt) ore 16:30.
Salita senza ciaspole faticosa ma non troppo. Solo in alcuni punti si affondava di una trentina di cm. Arrivati in cresta tanto vento gelido. Con il rifugio a vista e quasi arrivati ho un cedimento mentale e un po' di paura ad attraversare un punto innevato meno largo di quelli atraversati fino a quel momento. Dopo breve consultazione sul proseguire o rinunciare decido che ce la posso fare e parto più in fretta che riesco in direzione del rifugio. La vista è splendida, ma la fame è tanta, quindi prima una bella zuppa d'orzo bollente e poi il panorama.
Alle 17:30 si riparte. La discesa è molto divertente, tra corse, scivoloni e soste per fare alcune foto arriviamo all'auto alle 19 circa. Il tramonto è spettacolare, la luce del sole rimane sulla punta delle montagne lontane a lungo e la neve si colora di caldo per una serie di giochi di riflessi.